NAPOLI – PORTICI – ERCOLANO

2-5 NOVEMBRE 2023

Costo a persona 1250 euro

 

2 novembre MILANO-NAPOLI-CAPODIMONTE

Partenza in mattinata  in treno da Milano Rogoredo. Dopo circa 5 ore arrivo a Napoli, trasferimento in hotel per depositare i bagagli. Pranzo in ristorante. Incontro con la guida ed inizio del nostro tour. Prima destinazione: Museo di Capodimonte.l Museo nazionale di Capodimonte è un museo di Napoli, ubicato all’interno della reggia omonima, nella località di Capodimonte: ospita gallerie di arte antica, una di arte contemporanea e un appartamento storico.È stato ufficialmente inaugurato nel 1957, anche se le sale della reggia hanno ospitato opere d’arte già a partire dal 1758. Conserva prevalentemente pitture, distribuite largamente nelle due collezioni principali, ossia quella Farnese, di cui fanno parte alcuni grandi nomi della pittura italiana e internazionale (tra cui Raffaello, Tiziano, Parmigianino, Bruegel il Vecchio, El Greco, Ludovico Carracci, Guido Reni), e quella della Galleria Napoletana, che raccoglie opere provenienti da chiese della città e dei suoi dintorni, trasportate a Capodimonte a scopo cautelativo dalle soppressioni in poi (Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Ribera, Luca Giordano, Francesco Solimena). Dopo la visita al museo, trasferimento in centro per una merenda tipica. Riento in hotel, cena e pernottamento

 

3 novembre MUSEO FILANGERI E MUSEO DI PIETRARSA

Dopo colazione partenza per Museo Filangeri.Il Museo civico Gaetano Filangieri è un museo privato situato a Napoli, allestito nel quattrocentesco palazzo Como, dedicato alle arti applicate, alla scultura, alla pittura e alla conservazione di libri antichi. La progettazione e l’allestimento del museo si devono alla lungimiranza di Gaetano Filangieri, principe di Satriano, che nel 1881 avanzò la proposta al Consiglio comunale di allocare le sue raccolte d’arte in quel che restava del celebre Palazzo Como, rara testimonianza architettonica del rinascimento toscano a Napoli, spostato di circa 20 metri allo scopo di scongiurarne l’abbattimento a seguito dei lavori del Risanamento e allinearlo lungo l’arteria di via Duomo. Del quattrocentesco edificio non rimaneva che la splendida facciata in bugnato e i muri laterali, mentre l’invaso era del tutto vuoto e senza copertura. L’offerta risultò molto allettante per il municipio e l’ipotesi di istituire un museo civico era sentita da più parti come necessaria così che nel 1883 cominciarono i lavori di riedificazione e ripristino completamente finanziati dal Principe che terminarono nel 1888. L’8 novembre di quell’anno il museo fu aperto al pubblico.Il 30 settembre del 1943 una squadra di guastatori tedeschi incendiò la villa Montesano di San Paolo Bel Sito dove, per prevenire i danni di guerra, erano stati ricoverati l’anno precedente le opere di maggior pregio del museo insieme ai documenti più preziosi dell’Archivio di Stato di Napoli, allora diretto da Riccardo Filangieri che contemporaneamente ricopriva la carica di direttore del museo. Del patrimonio del museo si salvarono circa quaranta dipinti ed una cassa contenente armi antiche; tra i pezzi più rilevanti che furono distrutti invece vi furono due ritratti d’uomo di Botticelli, una Deposizione di Francesco Solimena e una Educazione della Vergine di Bernardino Luini.Nel 1946, il soprintendente alle gallerie napoletane, Bruno Molajoli, rivolse un appello ai napoletani per reintegrare le raccolte distrutte. Nel 1948, insieme al Museo nazionale di San Martino e al Museo nazionale della ceramica Duca di Martina, il Filangieri fu riaperto al pubblico grazie alle generose donazioni di Filippo Perrone, Mario De Ciccio e Salvatore Romano, e inoltre grazie ai prestiti delle opere nei depositi temporanei del Museo nazionale di Capodimonte. Nel 2020 è stata portata a termine dalla Galleria Porcini un’importante acquisizione: il ritratto di Gaetano Filangieri di Giuseppe Bonito.Pranzo in ristorante. Dopo pranzo trasferimento a Portici per la visita al museo ferroviario di PietrarsaIl museo ferroviario è stato realizzato laddove sorgeva il Reale opificio borbonico di Pietrarsa, struttura concepita da Ferdinando II di Borbone nel 1840 come industria siderurgica e dal 1845 come fabbrica di locomotive a vapore. L’attività ebbe inizio con il montaggio in loco di sette locomotive, utilizzando le parti componenti costruite in Inghilterra secondo uno dei precedenti modelli inglesi acquistati nel 1843. Il 22 maggio di quell’anno, Ferdinando II emanò un editto nel quale riportava: «È volere di Sua maestà che lo stabilimento di Pietrarsa si occupi della costruzione delle locomotive, nonché delle riparazioni e dei bisogni per le locomotive stesse degli accessori dei carri e dei wagons che percorreranno la nuova strada ferrata Napoli-Capua.Costituito da sette padiglioni per un’estensione complessiva di circa 36.000 metri quadrati, dei quali 14.000 coperti, il museo ospita locomotive a vapore, locomotive elettriche trifase, locomotive a corrente continua, locomotori diesel, elettromotrici, automotrici e carrozze passeggeri. Il primo padiglione è stato delegato alla conservazione dei mezzi del passato, a iniziare dalla ricostruzione storica del primo convoglio della Napoli-Portici, per seguire con le locomotive a vapore e i locomotori elettrici trifasi.Il secondo padiglione raccoglie una vasta rappresentanza di rotabili e carri in scala ridotta, nonché plastici e oggetti di uso comune in ferrovia.Il terzo padiglione è diviso in tre settori che ospitano vecchi macchinari della ex officina, un settore navale con modelli e oggetti vari, nonché locomotive rappresentanti il “passato prossimo” e cioè automotrici diesel ed elettriche, carrozze e locomotori elettrici a corrente continua. Interessante è il treno Reale, convoglio di undici vagoni, costruito nel 1929 per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria José del Belgio, mentre di recente è stata acquisita una vettura presidenziale offerta nel 1989 da Francesco Cossiga.

Nel museo trovano spazio celebri locomotive a vapore  elettriche in corrente continua  nonché locomotive elettriche trifase, gioielli della storia ferroviaria italiana. Finita la visita, rientro in hotel. Cena e pernottamento

 

4 novembre SCAVI DI ERCOLANO -REGGIA DI PORTICI

Dopo colazione partenza per Ercolano. L’antica città di Ercolano, la vicina di casa di Pompei, è stata un’altra delle vittime della tragica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Sebbene più piccola di Pompei, Ercolano era in origine una città molto più grande, un dato che è stato stabilito grazie ai vari progetti di scavo che si sono susseguiti nel corso dei secoli. Pochi siti al mondo possono vantare il livello di conservazione di Ercolano, ed è per questa ragione questo sito storico è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO.Un tempo città vivace, la storia di Ercolano vanta grandiosità e cultura. Lo si può vedere nelle ville e nelle piazze magnificamente progettate, splendidamente conservate sotto la cenere vulcanica e i detriti. I visitatori saranno entusiasti di notare i resti organici di una varietà di oggetti, come mobili in legno, porte e tetti, mosaici e affreschi e persino il cibo. Dopo La visita agli scavi pranzo in ristorante. Nel pomeriggio trasferimento a Portici.L a Reggia di Portici ospita una mostra che accoglie un patrimonio straordinario: il legno che non bruciò durante l’eruzione del Vesuvio a Ercolano. Oggetti preziosi dal momento che sono non sono molte le opere in legno del mondo romano sopravvissute. La mostra si concentra sui tanti usi del legno nell’antica Roma. Ercolano infatti non solo è l’unica città del mondo romano che conserva il suo antico fronte a mare e l’elevato delle case sino al secondo piano, ma anche il legno come materiale di costruzione, di arredo e non solo. Lo si deve al particolare tipo di seppellimento, causato dalle ondate di fango vulcanico dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Infatti, la coltre piroclastica di circa 20 metri di spessore ha inglobato anche materiali, utensili, elementi architettonici, arredi in legno che si sono carbonizzati ma non bruciati. La loro conservazione si deve soprattutto al certosino ed appassionato lavoro portato avanti da operai, restauratori, architetti e archeologi, che si sono succeduti nella gestione del sito, e si sono passati il testimone da una generazione all’altra nella complessa ed entusiasmante sfida della conservazione a partire dagli scavi Maiuri e poi nel corso di ben nove decenni. Un elenco di persone e di professionisti grazie ai quali è stato possibile riannodare nel mezzo di tanta distruzione, provocata dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., prima il filo della forma e poi quello della vita di oggetti destinati all’oblio.Ercolano conserva quindi un patrimonio di reperti in legno assolutamente unico, che va dai serramenti come porte, finestre, tramezzi, fino agli arredi, ad esempio armadi, casse, tabernacoli, letti e tavolini in legno, frutto di un lavoro artigianale realizzato con grande perizia. L’accurata opera di restauro ha consentito il recupero di molti preziosissimi oggetti che, pur presentandosi, nella maggior parte dei casi, come legno carbonizzato, conservano, tuttavia, la loro forma originale e la raffinatezza delle con la collaborazione di decorazioni intagliate. Inoltre, tutti gli oggetti in legno di Ercolano danno uno straordinario riscontro a quanto si conosce dalle fonti scritte, dagli affreschi e dai rilievi antichi e costituiscono una rarissima opportunità di ricostruire le antiche tecniche di falegnameria ed ebanisteria.Il percorso si articola in alcune delle sale al piano nobile del Palazzo Reale, secondo un registro di indubbia potenza evocativa che consentirà al visitatore non solo di apprezzare il vero e proprio miracolo della conservazione del legno sfuggito alla catastrofe che investì l’area del Vesuvio, ma anche di immergersi nella vita degli antichi e di comprendere, attraverso oltre 120 oggetti, tutti provenienti da Ercolano e mai sinora presentati al pubblico in forma monografica, quanto il legno fosse vitale per ogni attività oltre ad essere un materiale prezioso al punto che sovente gli alberi e i boschi assumevano aspetti di sacralità e valori simbolici.

Nel tardo pomeriggio rientro in hotel, cena e pernottamento

 

 

5 novembre COMPLESSO MONUMENTALE DONNAREGINA- CHIESA DELL’ ANNUNZIATA E RUOTA DEGLI ESPOSTI

Prima colazione in hotel. In mattinata visita al Complesso Monumentale Donnaregina, sede del Museo Diocesano di Napoli. E’ costituito da Santa Maria Donnaregina Nuova e Santa Maria Donnaregina Vecchia con un percorso dal Gotico al Barocco di circa 5000 mq. Proseguimento con la visita della ruota degli Esposti nel Complesso Monumentale della Real Casa Santa della SS Annunziata. La Real Casa Santa dell’Annunziata di Napoli è stata un’antica istituzione finalizzata all’accoglienza e all’assistenza dei neonati abbandonati. Fu fondata nel lontano 1304 per iniziativa di due nobili napoletani, i fratelli Nicolò e Jacopo Scondito che, nel 1343, ottennero anche l’aiuto della moglie del Re Roberto d’Angiò, la regina Sancia di Majorca. Nei secoli l’istituzione continuò il suo apprezzabile lavoro e fu ampliata nel 1433 per volontà della regina Giovanna II raccogliendo cospicue donazioni dai nobili del regno.  Nel 1577 la Real Casa Santa dell’Annunziata riuscì anche a dare vita ad una banca, il Banco dell’Ave Gratia Plena che, tra alterne e complesse vicende fu tra quelli che portarono alla nascita del Banco di Napoli. La casa dell’Annunziata accoglieva tutti i bambini orfani e quelli che per varie ragioni erano abbandonati dalle loro madri che spesso non avevano modo di crescerli o perché figli illegittimi. I neonati venivano lasciati quasi sempre di notte ed in maniera anonima tramite la famosa ruota degli esposti. Pranzo in ristorante e nel pomeriggio tempo libero per gli ultimi acquisti. Trasferimento per la stazione e partenza per Milano.

 

LA QUOTA COMPRENDE:

3 pernottamenti con sistemazione in hotel 4* a Napoli

trattamento di pernottamento e prima colazione in hotel;

Pranzo presso Jam Ja 1° giorno;

Pranzo presso Eccellenze Campane 2° giorno;

Pranzo presso Villa Signorini 3° giorno;

Pranzo presso Trattoria Casa Capasso 4° giorno;

Cena presso Trattoria Medina 1° giorno;

Cena presso Ristorante Antonio Antonio 2° giorno;

Cena presso Pizzeria San Carlo 3° giorno;

Merenda presso Grand Caffè la Caffetteria;

Ingresso Museo Capodimonte;

Ingresso museo filangeri;

Ingresso museo pietarsa;

Ingresso reggia di portici+mostra Materia+ scavi ercolano;

Ingresso complesso donnaregina;

Ingresso chiesa dell’ annunziata;

assistente agenzia

trasferimenti

treni

tassa di soggiorno

visite guidate

auricolari

assicurazione medico/bagaglio.

 

LA QUOTA NON COMPRENDE:

 

Extra in genere e tutto quanto non espressamente indicato alla voce “La quota comprende”

supplemento camera singola 250 euro

assicurazione annullamento 50 euro

 

 

Foto Di Ferdinando Scala – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=122329330